Il processo digitale europeo/Nucara: la televisione italiana non rimanga indietro Garantire procedure corrette Il segretario del Pri Francesco Nucara è intervento con una nota sulla questione frequenze: "La tentazione, cui pochi resistono, è quella di frequentare il tema delle frequenze televisive con la mente più rivolta alla propaganda che alla sostanza. Si prende la parola più per far vedere che si parla che non per dire qualche cosa di significativo. Quando il governo interviene su una procedura concorsuale in corso, modificandone la natura, deve stare bene attento a non alimentare l’unica impresa nazionale che non conosce crisi: quella dei ricorsi e delle opposizioni al Tar. Gli interessi da tenere assieme sono due: garantire il pluralismo e fare in modo che la televisione italiana non rimanga indietro, rispetto al processo di digitalizzazione europeo. Poi c’è un’esigenza aggiunta: fare cassa. La procedura concorsuale già avviata soddisfaceva gli interessi generali, come riconosciuto dalla stessa Commissione europea. Nel far cassa, che è esigenza collaterale, si deve stare attenti a non danneggiare o ritardare il processo di digitalizzazione. Ed è questo il pericolo concreto che si corre. E’ un errore politico, ma anche istituzionale, pensare che le riforme del mercato del lavoro si debbano fare con il consenso di tutti, mentre da quel consenso si può prescindere nel bloccare una gara e avviarne una diversa. Voglio credere che un governo ad alta caratura tecnica saprà riflettere su questo punto". |